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I GAS, ovvero quelli che…

…piuttosto che consumare energia, la creano

GAS è l’acronimo di Gruppi di Acquisto Solidali. Va letto al contrario nel senso che la caratteristica più importante di tali gruppi è la solidarietà tra gli associati e con i produttori. I GAS sono, di fatto, gruppi di famiglie che decidono di organizzarsi per fare acquisti assieme, in modo da minimizzare i costi. Ma non sono gruppi finalizzati al risparmio. Il risparmio è una conseguenza, importante certo, ma non essenziale.

Il fenomeno è tipicamente italiano (sebbene sia in Inghilterra che in Francia ci siano esperienze più o meno simili) e nasce proprio nella patria della cooperazione, ovvero l’Emilia Romagna. È a Fidenza, in provincia di Parma, infatti, che nel 1994 nasce il primo gruppo d’acquisto solidale.

I GAS scelgono i propri fornitori in base a criteri qualitativi ed etici stabiliti alla loro costituzione: sostenibilità ambientale, metodi biologici in campo e in trasformazione, percorsi di cambiamento sociale e culturale sono solo alcuni degli aspetti valutati. Una volta scelto un produttore, dunque, la prima conseguenza è il risparmio. Perché la richiesta ordinaria dei GAS, in genere, soddisfa dalle venti alle quaranta famiglie, consentendo al produttore di abbassare i costi legati alla logistica e al trasporto.

Ma perché un produttore dovrebbe voler vendere ai GAS, a prezzo ridotto rispetto ai privati?
Allacciare un rapporto con un GAS significa farsi conoscere, non solo con la qualità del prodotto, ma anche con una sorta di carta d’identità aziendale che tiene in conto soprattutto degli aspetti etici. Al vaglio di un nuovo fornitore, infatti, ci sono “indagini perlustrative” che sul mercato convenzionale potrebbero apparire invasive.
Ad esempio, queste sono alcune domande contenute nei questionari che i GAS inviano ai produttori: i dipendenti sono tutti in regola? In campo utilizzate solo metodi biologici? Siete presenti nella grande distribuzione organizzata? Cosa vi ha spinto a diventare (o rimanere) agricoltori? E così via…
Inoltre, spesso i GAS chiedono di poter visitare di persona le aziende e di presenziare, talvolta, ai processi di semina, raccolta e trasformazione. Questo permette di rendere più sottile la linea di demarcazione che rende opposte le parti tra produttore e consumatore. Il rapporto si trasforma semmai in partenariato. La forte spinta motivazionale dei gruppi d’acquisto consente, poi, una elevata fidelizzazione che si traduce in un sostegno economico al produttore. Infatti, alcuni GAS riescono a preventivare con molta precisione e anticipo le date di consegna, al punto da consentire al produttore una programmazione stagionale o addirittura annuale. La fidelizzazione avviene spesso su al più uno o due prodotti del paniere, in modo che ci sia spazio per più produttori. Ma c’è di più: spesso i GAS scelgono di preferire, per un determinato periodo, un certo produttore perché si trova in difficoltà economica o per sostenere un progetto sociale. Pensiamo, per esempio, a quegli eventi disastrosi che colpiscono interi territori. Grazie agli interventi tempestivi di questi acquirenti virtuosi alcune realtà produttive ne sono uscite a testa alta.

Scegliere di fornire un GAS, quindi, significa per il produttore optare per una soluzione di vendita che non conosce momenti di “strozzatura” e sfruttamento, come invece spesso avviene nella grande distribuzione. Dall’altro lato, il produttore si impegna a non tradire la fiducia riposta, rimanendo fedele ai valori che lo hanno reso adeguato ai criteri adottati dal gruppo. La trasparenza diventa un requisito essenziale. I GAS possono accettare annate cattive, errori di valutazione, anche errori tecnici in produzione o trasformazione, ma mai possono accettare un atteggiamento falso o elusivo da parte del produttore.

Noi di Valdibella, proprio in questi giorni, siamo stati felici di ospitare una rappresentanza del Gas La credenza, che opera intorno a Trento. E proprio come si fa con i vecchi amici, ci siamo divertiti a ricostruire l’inizio di questo legame e lì dove la memoria difettava, la contabilità no: abbiamo riesumato la prima fattura datata aprile 2002. Ben 19 anni fa! Un legame che non solo non ha perso smalto ma è ben cresciuto nel tempo e che proprio qualche giorno fa abbiamo sancito facendo il pane insieme e dicendoci a pieno titolo “compagni”.

Come è cresciuto – durante la forzata clausura di questi ultimi mesi – il legame di stima e solidarietà che si è creato con il gruppo de La Buccinella, un gruppo d’acquisto formato da 50 famiglie di Buccinasco, a pochi chilometri da Milano. Lo testimonia un episodio che ci ha colpito particolarmente: durante una delle consegne, ogni destinatario grazie a una messaggistica a staffetta si è fatto trovare sul piano strada o in un punto più facile da raggiungere per ritirare il proprio ordine. Ciò ci ha permesso di rincasare entro l’orario del coprifuoco e di ridurre al minimo i contatti. Episodi analoghi con diversi GAS, negli anni, se ne possono raccontare a decine e a conclusione possiamo affermare che sebbene la responsabilità sia tanta, il ritorno è alto: in termini umani sicuramente, ma, sul lungo periodo, anche in termini economici e di stabilità dell’impresa.

Lunga vita, dunque ai GAS e profonda stima a quelle donne e a quegli uomini dalla volontà di ferro che ci permettono di fare il nostro lavoro con serenità e fierezza.

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